Elenchiamo brevemente alcuni dei punti fondamentali per poter iniziare a capire meglio quanto il design del packaging potrà aiutarci a migliorare la nostra immagine e ad incidere sul processo di acquisto.
La situazione attuale La situazione del settore è paradossale, da un lato migliora la qualità del prodotto e dall’altro non è ancora chiaro ai produttori quanto sia delicata e fondamentale l’etichetta e quanto possa influire sul processo di vendita e di branding.
“ Interferire il meno possibile ”
Mi sento di consigliare di interferire il meno possibile nel design. Il pensiero e l’approccio comune che hanno la maggior parte dei produttori di vino è il seguente: la mia azienda, il mio vino, i miei clienti, il design lo decido io. Errore comune: vediamo come risolvere questo problema di mentalità. L’azienda è vostra e il vino è vostro, questo è vero, ma i clienti no. I clienti sono del mercato, un giorno comprano il vostro prodotto e il giorno successivo quello del vostro competitor. Non potete comandarli, quindi non sono vostri, saranno di chi saprà comunicare meglio la percezione di qualità. Il design del vostro vino non è per voi, ma per i consumatori, non deve soddisfare la vostra vena artistica o il vostro gusto, ma trasmettere l’essenza del vostro prodotto a chi non lo conosce e ha la grande difficoltà di dover scegliere. Per far sì che acquistino più da voi che dal vicino, dovete affidarvi anche al design. Qui andiamo a correggere il secondo problema: non dovete decidere voi, ma affidarvi a dei professionisti.
È difficile da assimilare, ma questa è la ricetta vincente per l’immagine del vostro amato vino: affidarvi a designer esperti che hanno le competenze e l’esperienza per trasmettere visivamente ciò che voi provate emotivamente. Tutto ciò è per il bene del vostro prodotto, per il bene della vendita e per il bene del vostro cliente. Ognuno ha il proprio mestiere, c’è chi ha investito una vita facendo vino e chi la stessa vita l’ha investita facendo design e studiando i consumatori. Insomma, ciascuno è il “Michelangelo” del proprio mestiere. Inoltre mi sento di consigliare di partecipare attivamente al processo di brain-storming di idee, ma poi di lasciare libertà al designer. Più libertà lasciate più ottimizzate l’investimento economico in creatività e design, più guadagnerete sul mercato grazie al valore differenziale d’immagine del vostro prodotto.
Come influisce il design del packaging sul prodotto Sebbene molti “esperti” del settore si ostinino ad affermare che non è possibile monitorizzare il ritorno dell’investimento (ROI) fatto nel design del proprio packaging, io credo che non sia così. È possibile farlo attraverso una programmazione coordinata del progetto di design. Se ci limitiamo a far ridisegnare la nostra etichetta in un momento qualsiasi e la lanciamo sul mercato senza nessuna strategia di comunicazione annessa, non avremo nessun dato per valutare l’effettività del lavoro svolto. Pertanto l’ideale sarebbe pensare nell’immagine del nuovo prodotto come ad un grande evento che da l’occasione di presentarci ad un grande pubblico. Dobbiamo calcolare il periodo ed il luogo del lancio. Esistono momenti dell’anno che sono più propensi al consumo del vino (o di altri prodotti) quindi sarà utile selezionarli e capire quale sia il migliore per sfruttare l’attività del mercato e dei consumatori. Insomma è poco probabile acquistare il regalo di San Valentino nel mese di luglio.
Creato un calendario con la strategia di lancio, sarà poi necessario capire che tipo di comunicazione visiva creare per la campagna da lanciare. Qui entrano fattori come il budget da investire ed i canali sui quali promuoverci. Fatto ciò dobbiamo organizzare una strategia di raccolta dati, ovvero monitorizzare (o farci monitorizzare) il processo di comunicazione, il tempo, i canali di vendita (e-commerce, digitale e fisico) separatamente durante tutta la durata del progetto. Solo incrociando questi dati possiamo sapere se l’investimento fatto è stato proficuo o meno. Questo tipo di processo viene offerto solamente dai professionisti più esperti e questo può servirci come metrica di valutazione nel momento di dover decidere a chi affidare il nuovo design e la nuova comunicazione del nostro prodotto.
A chi ci affidiamo Dobbiamo esser consapevoli che il vero lavoro di design, quello effettivo, che funziona, che influisce direttamente sul consumatore, viene eseguito da professionisti.
Quindi lasciamo da parte photoshop, il video su youtube, fratelli, l’amico dell’amico che ha fatto arte, neolaureati, consulenti della comunicazione improvvisati o cugini vari. Bensì scegliamo tra designer o studi di design con esperienza dimostrabile in packaging.
Come scegliere il partner giusto È più semplice di quanto possa sembrare, ma richiede inizialmente un po’ di sforzo e allenamento.
Come prima cosa dobbiamo analizzare i progetti realizzati, non solo fotograficamente, ma anche narrativamente. Dobbiamo navigare nei vari siti o profili social e analizzare progetto per progetto, leggendo la descrizione del lavoro e gli obiettivi proposti, per poi confrontarli con il design visivo che è stato creato. Se quest’ultimo trasmette ciò che è descritto, allora siamo in buone mani.
Facciamo un esempio semplice: se dovessimo trasmettere un vino biologico, vendemmiato a mano e presentassimo un’etichetta con sfondo rosso, caratteri blu e nobilitazioni dorate sparse dappertutto, saremo fuori strada. Il design non sarebbe in linea con i canoni presenti nell’immaginario comune che trasmettono quelle determinate sensazioni.
Altro criterio di valutazione valido è la multi-settorialità dell’azienda. Al giorno d’oggi le aziende iper specializzate in un settore come quello del vino rischiano di proporre soluzioni di design monotone e di tendenza troppo simili tra loro. Salvador Dalí diceva “Viviamo in un mondo troppo specializzato”. In qualche modo è vero, il design è una metodologia, ma è comunque uno strumento legato alla creatività. La creatività necessita di cambiamento continuo, ricerca, curiosità, sperimentazione e libertà per essere veramente effettiva e distintiva. Quindi fare lo stesso tipo di lavoro tutto l’anno non da molto spazio alla sperimentazione multisettoriale. Quindi in definitiva scegliete designer o studi con esperienza in packaging ma anche in altri settori, come editoriale, brand design, e perché no, design web.
Ultimo criterio ma non meno importante sono i riconoscimenti. Esistono vari riconoscimenti nel mondo del design, premi che vengono attribuiti annualmente dai più influenti ed esperti designer del settore, i “maestri” diciamo. Questi ultimi attraverso i premi internazionali certificano definitivamente il lavoro di un designer o di uno studio, lo fanno da un punto di vista estremamente professionale, quindi fidatevi di loro. È un po come gli Oscar per il cinema. Alcuni riconoscimenti internazionali importanti da consultare potrebbero essere i German Design Awards (Germania), International Design Awards (USA), K- Design Awards (Asia), A&Ad (Regno Unito) oppure i premi Laus (Spagna).
Conclusione Se riuscirete a cambiare la mentalità seguendo queste basi, sono sicuro che migliorerete sostanzialmente l’immagine dei vostri prodotti, creerete un certo appeal sui vostri consumatori e riuscirete a controllare i dati dell’investimento fatto. Con questa metodologia riuscirete a crescere non solo come volume di vendita ma come marca riconosciuta nel settore, come alternativa dinamica e fresca su cui il cliente possa affidare la propria sete di esperienze.
Insomma, se volete vendere il vostro vino in maniera sincera, leale e trasparente, se volete trasmettere la qualità del prodotto che voi conoscete, l’abito dovrebbe fare il monaco.
Vi aspettiamo a Slum.
Elenchiamo brevemente alcuni dei punti fondamentali per poter iniziare a capire meglio quanto il design del packaging potrà aiutarci a migliorare la nostra immagine e ad incidere sul processo di acquisto.
La situazione attuale La situazione del settore è paradossale, da un lato migliora la qualità del prodotto e dall’altro non è ancora chiaro ai produttori quanto sia delicata e fondamentale l’etichetta e quanto possa influire sul processo di vendita e di branding.
“ Interferire il meno possibile ”
Mi sento di consigliare di interferire il meno possibile nel design. Il pensiero e l’approccio comune che hanno la maggior parte dei produttori di vino è il seguente: la mia azienda, il mio vino, i miei clienti, il design lo decido io. Errore comune: vediamo come risolvere questo problema di mentalità. L’azienda è vostra e il vino è vostro, questo è vero, ma i clienti no. I clienti sono del mercato, un giorno comprano il vostro prodotto e il giorno successivo quello del vostro competitor. Non potete comandarli, quindi non sono vostri, saranno di chi saprà comunicare meglio la percezione di qualità. Il design del vostro vino non è per voi, ma per i consumatori, non deve soddisfare la vostra vena artistica o il vostro gusto, ma trasmettere l’essenza del vostro prodotto a chi non lo conosce e ha la grande difficoltà di dover scegliere. Per far sì che acquistino più da voi che dal vicino, dovete affidarvi anche al design. Qui andiamo a correggere il secondo problema: non dovete decidere voi, ma affidarvi a dei professionisti.
È difficile da assimilare, ma questa è la ricetta vincente per l’immagine del vostro amato vino: affidarvi a designer esperti che hanno le competenze e l’esperienza per trasmettere visivamente ciò che voi provate emotivamente. Tutto ciò è per il bene del vostro prodotto, per il bene della vendita e per il bene del vostro cliente. Ognuno ha il proprio mestiere, c’è chi ha investito una vita facendo vino e chi la stessa vita l’ha investita facendo design e studiando i consumatori. Insomma, ciascuno è il “Michelangelo” del proprio mestiere. Inoltre mi sento di consigliare di partecipare attivamente al processo di brain-storming di idee, ma poi di lasciare libertà al designer. Più libertà lasciate più ottimizzate l’investimento economico in creatività e design, più guadagnerete sul mercato grazie al valore differenziale d’immagine del vostro prodotto.
Come influisce il design del packaging sul prodotto Sebbene molti “esperti” del settore si ostinino ad affermare che non è possibile monitorizzare il ritorno dell’investimento (ROI) fatto nel design del proprio packaging, io credo che non sia così. È possibile farlo attraverso una programmazione coordinata del progetto di design. Se ci limitiamo a far ridisegnare la nostra etichetta in un momento qualsiasi e la lanciamo sul mercato senza nessuna strategia di comunicazione annessa, non avremo nessun dato per valutare l’effettività del lavoro svolto. Pertanto l’ideale sarebbe pensare nell’immagine del nuovo prodotto come ad un grande evento che da l’occasione di presentarci ad un grande pubblico. Dobbiamo calcolare il periodo ed il luogo del lancio. Esistono momenti dell’anno che sono più propensi al consumo del vino (o di altri prodotti) quindi sarà utile selezionarli e capire quale sia il migliore per sfruttare l’attività del mercato e dei consumatori. Insomma è poco probabile acquistare il regalo di San Valentino nel mese di luglio.
Creato un calendario con la strategia di lancio, sarà poi necessario capire che tipo di comunicazione visiva creare per la campagna da lanciare. Qui entrano fattori come il budget da investire ed i canali sui quali promuoverci. Fatto ciò dobbiamo organizzare una strategia di raccolta dati, ovvero monitorizzare (o farci monitorizzare) il processo di comunicazione, il tempo, i canali di vendita (e-commerce, digitale e fisico) separatamente durante tutta la durata del progetto. Solo incrociando questi dati possiamo sapere se l’investimento fatto è stato proficuo o meno. Questo tipo di processo viene offerto solamente dai professionisti più esperti e questo può servirci come metrica di valutazione nel momento di dover decidere a chi affidare il nuovo design e la nuova comunicazione del nostro prodotto.
A chi ci affidiamo Dobbiamo esser consapevoli che il vero lavoro di design, quello effettivo, che funziona, che influisce direttamente sul consumatore, viene eseguito da professionisti.
Quindi lasciamo da parte photoshop, il video su youtube, fratelli, l’amico dell’amico che ha fatto arte, neolaureati, consulenti della comunicazione improvvisati o cugini vari. Bensì scegliamo tra designer o studi di design con esperienza dimostrabile in packaging.
Come scegliere il partner giusto È più semplice di quanto possa sembrare, ma richiede inizialmente un po’ di sforzo e allenamento.
Come prima cosa dobbiamo analizzare i progetti realizzati, non solo fotograficamente, ma anche narrativamente. Dobbiamo navigare nei vari siti o profili social e analizzare progetto per progetto, leggendo la descrizione del lavoro e gli obiettivi proposti, per poi confrontarli con il design visivo che è stato creato. Se quest’ultimo trasmette ciò che è descritto, allora siamo in buone mani.
Facciamo un esempio semplice: se dovessimo trasmettere un vino biologico, vendemmiato a mano e presentassimo un’etichetta con sfondo rosso, caratteri blu e nobilitazioni dorate sparse dappertutto, saremo fuori strada. Il design non sarebbe in linea con i canoni presenti nell’immaginario comune che trasmettono quelle determinate sensazioni.
Altro criterio di valutazione valido è la multi-settorialità dell’azienda. Al giorno d’oggi le aziende iper specializzate in un settore come quello del vino rischiano di proporre soluzioni di design monotone e di tendenza troppo simili tra loro. Salvador Dalí diceva “Viviamo in un mondo troppo specializzato”. In qualche modo è vero, il design è una metodologia, ma è comunque uno strumento legato alla creatività. La creatività necessita di cambiamento continuo, ricerca, curiosità, sperimentazione e libertà per essere veramente effettiva e distintiva. Quindi fare lo stesso tipo di lavoro tutto l’anno non da molto spazio alla sperimentazione multisettoriale. Quindi in definitiva scegliete designer o studi con esperienza in packaging ma anche in altri settori, come editoriale, brand design, e perché no, design web.
Ultimo criterio ma non meno importante sono i riconoscimenti. Esistono vari riconoscimenti nel mondo del design, premi che vengono attribuiti annualmente dai più influenti ed esperti designer del settore, i “maestri” diciamo. Questi ultimi attraverso i premi internazionali certificano definitivamente il lavoro di un designer o di uno studio, lo fanno da un punto di vista estremamente professionale, quindi fidatevi di loro. È un po come gli Oscar per il cinema. Alcuni riconoscimenti internazionali importanti da consultare potrebbero essere i German Design Awards (Germania), International Design Awards (USA), K- Design Awards (Asia), A&Ad (Regno Unito) oppure i premi Laus (Spagna).
Conclusione Se riuscirete a cambiare la mentalità seguendo queste basi, sono sicuro che migliorerete sostanzialmente l’immagine dei vostri prodotti, creerete un certo appeal sui vostri consumatori e riuscirete a controllare i dati dell’investimento fatto. Con questa metodologia riuscirete a crescere non solo come volume di vendita ma come marca riconosciuta nel settore, come alternativa dinamica e fresca su cui il cliente possa affidare la propria sete di esperienze.
Insomma, se volete vendere il vostro vino in maniera sincera, leale e trasparente, se volete trasmettere la qualità del prodotto che voi conoscete, l’abito dovrebbe fare il monaco.
Vi aspettiamo a Slum.
Analisi di un selfie: una storia di Instagram e vanità.
Leggi di piùQuando il packaging aiuta a vendere.
Leggi di più